Percorsi in val Luretta

 ITINERARIO 1

Percorso ad anello con partenza da AGAZZANO passando da MOMELIANO e PIGAZZANO si arriva alle Antenne  e poi a MONTICELLO a 555mt/slm.
Discesa fino a PIOZZANO,passando da REZZANELLO poi  arrivo ad AGAZZANO.


LIVELLO DIFFICOLTA' SALITA

Impegnativa







Scheda tecnica
Percorso interamente su strade asfaltate,ma con pendenze rilevanti,per questo è consigliabile una bici  da trekking con la tripla o una bici da corsa con rapporti agili (39/28 o meglio  con una compact 34/26)

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 COSA VEDERE

-Rocca e Castello di Agazzano

 Rocca e Castello di Agazzano sono il caposaldo del borgo piu importante della vallata rinomata per i bei paesaggi collinari e i prodotti gastronomici. La costruzione della Rocca inizi nel 1200 per volere di Giovanni Scoto, che fece di Agazzano il centro dei suoi innumerevoli possedimenti. Il figlio Alberto, che porta a compimento i lavori, fu il primo Signore della Città di Piacenza e svolse un importante ruolo politico anche a Milano. Gli Scotti alla fine del 1400 videro entrare nella famiglia Aloisia Gonzaga, donna di grande volontà e capacità a cui si deve la realizzazione del bel loggiato, ancora oggi percorribile nella Rocca. A metà del 1700, grazie al matrimonio di Margherita con Girolamo Anguissola comincia la dinastia degli Anguissola Scotti. Oggi il propietario, il principe Corrado Gonzaga del Vodice, figlio della principessa Luisa Anguissola Scotti. Dopo cinque secoli, quindi, per il gioco del destino, di nuovo un Gonzaga custodice questo affascinante complesso ricco di storia.

-Castello  di Momeliano

Le prime notizie dell’attuale castello risalgono al 1373, quando da qui fu allontanato un presidio visconteo. Nel XV secolo appartenne a Giovanni Albesi e poi ad Antonio Ceresa.
Costruito in sassi verso la metà del 1300, presenta pianta quadrata con tre torri angolari rotonde, una quadrata, e un bel cammino di ronda.
Attualmente è di proprietà privata e ospita le cantina di un’azienda vitivinicola.

-Castello di Monticello

Collocato sulla dorsale che divide Val Trebbia e Val Luretta, il Castello di Monticello rappresenta dal punto di vista paesaggistico un tutt'uno piacevole ed armonioso con il circostante ambiente collinare tipico del basso Appennino piacentino (540 metri s.l.m.). La struttura è a pianta quadrangolare irregolare, ma attualmente mostra i segni ben visibili delle varie e disomogenee modifiche ed aggiunte architetoniche subite nel corso dei secoli. Il fronte del castello è sul lato orientale, che è dominato dalla mole del portale, dotato in antico di ponte levatoio; una robusta torre quadrata si eleva a sinistra dell'ingresso a guardia del lato sud, mentre due torrette rotonde sono poste a protezione del lato settentrionale.

L'interno si sviluppa attorno a due cortili di diverse proporzioni, prospicienti i principali corpi di fabbrica, adibiti ad abitazione. Tutt'intorno alla fortezza sono sorte in epoca più recente strutture di evidente natura agricola, che poco hanno a che vedere con la struttura originaria e che ne enfatizzano l'aspetto ibrido, ma al contempo ne ingentiliscono le forme.

Attualmente il castello è adibito a sede di una locale azienda agricola, ma è opportuno segnalare lo stridente contrasto tra le parti non utilizzate dell'edificio, quasi a rischio di crollo in alcuni punti, e le parti abitate, perfettamente conservate.

-Castello di Rezzanello

L’edificio ha pianta trapezoidale e presenta quatto torri circolari.
All’anno Mille circa risale la prima delle quattro torri, che solo in seguito divennero quattro.

Il Castello fu spesso teatro di scontri e battaglie.
Nel 1212 i Guelfi di Piacenza vi si rifugiarono minacciati dai Ghibellini viscontei, ma ebbero la peggio perché sconfitti in seguito nel corso di due battaglie.

Nel Trecento il Castello fu abitato da Gabriello Boccapiccina, quindi passò alla famiglia Chiapponi.

Estintasi questa, nel Settecento le subentrarono gli Scotti di San Giorgio, che riadattarono profondamente l’edificio trasformandolo in abitazione signorile.

All’inizio del Novecento il Castello appartenne per un breve periodo ai Lombardi di Genova; fu poi venduto all’Ing. Giuseppe Manfredi, che lo fece restaurare dal Prof. Camillo Guidotti.

Dal 1930 al 1987 la costruzione fu proprietà delle Madri Orsoline di Piacenza.






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